L’offensiva “scientifica” vaticana prosegue euforicamente

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Ha atteso il giorno di SS Pietro e Paolo (29 giugno) dell’Anno Paolino, dedicato al “bimillenario” della nascita di Saulo di Tarso (9–2009 d.C.: sebbene sull’anno di nascita — e per la verità anche sulla certezza storica della sua esistenza! — del “tredicesimo apostolo” non ci siano documenti) per uscire con il seguente comunicato, pubblicato praticamente su tutti i quotidiani italiani e su molti siti internazionali. Ecco i termini “commossi” di Joseph Nazinger:

«È stata fatta la prima ricognizione, attraverso una sonda, nella tomba di San Paolo, sotto l’omonima basilica romana. Le analisi e i reperti trovati, frammenti d’ossa, grani d’incenso, un lino laminato d’oro, hanno confermato la tradizione religiosa di quasi 20 secoli, secondo cui, proprio in quel sarcofago, vengono venerati i resti dell’apostolo delle genti.

«Nel sarcofago che non è mai stato aperto in tanti secoli è stata praticata una piccolissima perforazione per produrre una speciale sonda mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato di oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. È stata anche rilevata la presenza di grani di incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree.
«Inoltre, piccolissimi frammenti ossei , sottoposti all’esame del Carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza sono risultati appartenere a una persona vissuta tra il primo e il secondo secolo. Ciò sembra confermare l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’apostolo Paolo. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione».

Fin qui le parole del pastore tedesco.
Adesso andiamo alla sostanza, segnalando cosa non va nel discorso, e quale ne è il vero fine.
1) Gli studiosi ancora discutono sulla effettiva storicità del personaggio San Paolo/Saulo di Tarso — presunto autore di almeno una decina delle Epistole contenute nel Nuovo Testamento, e le cui gesta vengono narrate anche negli Atti degli Apostoli e in una serie di vangeli apocrifi —, fondamentale per la storia del Cristianesimo. Non è questo il luogo per approfondire (cfr. Wikipedia), ma in sintesi Paolo/Saulo è colui che trasformò una “deviazione dell’Ebraismo” in una religione a sé stante, nuova di zecca — il Cristianesimo, appunto —, fondando le prime comunità “cristiane” fuori da Israele e inventando di sana pianta il messianismo salvifico resurrezionale che è alla base dei dogmi cristiani. “Dimostrarne” la storicità, dunque, non può che portare acqua al mulino della Chiesa, che invece è impantanata sull’altra e ben più importante questione, quella della “storicità di Gesù”.
2) Nel sarcofago sono stati rinvenuti resti di un «prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato di oro zecchino»… Dal quel poco di attendibile che riusciamo a ricavare dalle antiche narrazioni — infarcite della stessa aura leggendaria, tipica di tutti i racconti di quell’epoca, che rende così difficoltoso il lavoro degli studiosi —, sappiamo che Paolo/Saulo era tutt’altro ricco, né ricco era il contesto dei primi credenti cristiani (sebbene pare che fra di essi ci fosse anche qualche benestante): una veste mortuaria costituita da un tessuto degno d’un monarca risulta quindi assai poco credibile, anche alla luce delle circostanze rocambolesche nelle quali Paolo avrebbe subìto l’esecuzione (al termine di un peregrinare degno dell’Odissea, il suo martirio sarebbe avvenuto per decapitazione, come si usava con i cittadini romani, verso il 66/67 d.C., sulla via Laurentina; la sepoltura sarebbe stata fatta sulla via Ostiense, dove oggi sorge la Basilica di San Paolo Fuori le Mura: chi avrebbe tirato fuori il lino laminato d’oro zecchino, per seppellire un “fuorilegge” appena giustiziato?)…
3) L’esame al Carbonio 14 «da parte di esperti ignari della provenienza» (sic!, e perché?, forse si voleva evitare il caos scoppiato con la Sindone? Ma chi sarebbero poi questi “esperti”?! Nel caso sindonico erano 4 laboratori famosi…) attesterebbe un uomo vissuto «fra il I ed il II Secolo». Benissimo: oltre a Paolo/Saulo, «fra il I ed il II Secolo» sono vissute parecchie decine di milioni di persone, chi ci dice che i poveri resti siano di un personaggio del quale ancora è incerta perfino l’effettiva esistenza? Il fatto che il sarcofago sia venerato da millenni (già dal II Secolo d. C. «si pregava sulla tomba di Paolo», come attesta il racconto di un presbitero dell’epoca, tale Giaio) sarebbe una prova? Difficile da mandare giù, essendo peraltro ben noto il fenomeno delle false reliquie che costella l’intera storia delle religioni (non solo quella cristiana)…

Non abbiamo niente, dunque. La solita bolla d’aria che ci viene venduta come profumo.
Come nel caso già visto della Sindone-Graal, annotiamo l’ennesima tappa della incessante offensiva vaticana volta a dare fondamento storico ai propri miti. Un’offensiva che non si ferma davanti a nulla e nessuno, e che non esita da un lato a screditare la Scienza (il “fallace” Carbonio 14 nel caso della Sindone) e dall’altro ad utilizzare il medesimo strumento scientifico altrove screditato, per centrare i propri obiettivi.
(Accidenti, Nazinger sembra la mia ex-moglie, che da una parte — il processo civile, voluto da lei — si fingeva disoccupata, mentre al processo rotale indetto da me non si presentava «per motivi di lavoro»…!)


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