Il primo Monti ha toppato

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E dunque ci siamo: si comincia a sanguinare.
Vediamo come.

Anzitutto la liquidità: per reperire la quale i professoroni hanno prodotto la solita infornata di imposte per i contribuenti e la solita carestia per gli enti locali.
Monti ha rinunciato a spostare massicciamente il prelievo dal reddito al patrimonio. È una grossa delusione: un “governo tecnico” che non è stato in grado di varare un’imposta sulle grandi fortune e non ha nemmeno tentato di riequilibrare l’imposizione sulle rendite finanziarie (ferma al 20%) rispetto a quella sul lavoro (ormai a quota 36%), è un’occasione persa. Molto grande.

La casa, il bene-rifugio del ceto medio, il famoso “risparmio degli Italiani” che tutto il mondo ci invidia, subisce un duplice, gravosissimo colpo: l’introduzione dell’Imu e l’aggiornamento degli estimi catastali. Sarà pur vero che «era necessario», ma sono 400 euro in più di tasse l’anno per una famiglia di un lavoratore normale senza considerare l’aumento degli estimi (altri 250/300 euro?): qualcuno mi spiega dove accidenti la prendiamo la “crescita”, visto che in una “economia di mercato” quella parola significa “consumare di più”? Con cosa consumiamo, con i pagherò?
Altra iniquità: bloccare la rivalutazione delle pensioni al caro-vita. Una bastardata micidiale per gli anziani che già arrancano, e che essendo svantaggiati dall’età non hanno nemmeno la possibilità (con qualche lavoretto extra) di arrotondare all’italiana!
Ancora una volta, la necessità di fare cassa manda a quel paese l’opportunità di ripensare natura e struttura del bilancio pubblico.
Poi, l’abbattimento dei “costi della politica” è ancora allo stadio se non fetale, quanto meno neonatale: avrebbe dovuto essere un’infanzia, invece siamo ancora al fiocco appeso fuori dalla porta e con la mamma ancora nel reparto neonatologia per complicazioni e depressione post-partum…
Di più, sarà pure «giusto accelerare l’innalzamento ed equiparare l’età di vecchiaia per uomini e donne»: ma perché non accompagnare questo “scalone” sull’accesso alla pensione con un sistema di welfare per chi — la donna — deve coniugare lavoro e cura della famiglia e dei figli? A che serve allora fare saliva sulle “discriminazioni” e sulle “pari opportunità”, se facciamo finta di non vedere a cosa è sottoposta la Donna Italiana?
Infine, le “azioni contro l’evasione” si limitano al tetto del contante a mille euro. Mah!

Si poteva e si doveva affondare la lama molto più in profondità.
Eppoi dove sono la banda larga e la “green economy”? Quello sì che sarebbe sviluppo… e invece discorso (speriamo soltanto) rimandato.
«In Italia la diseguaglianza tra i redditi più elevati e quelli più bassi cresce, e resta ben al di sopra della media dei Paesi occidentali; lo stipendio medio del 10% più ricco della popolazione è oltre 10 volte superiore a quello del 10% più povero (49.300 euro contro 4.877); inoltre, la quota di reddito nazionale complessivo detenuta dall’1% più ricco è passata dal 7 al 10% negli ultimi 20 anni». (Sono parole dell’OCSE, e dicono tutto.)
Alla fine della fiera, pagano sempre e solo gli stessi: per quanto uno possa imbellettare questa manovra o “piangerci sopra dal dispiacere” come la signora ministro Fornero, colpisce duramente i ceti medi e medio-bassi, e i pensionati, molto meno gli altri.

In sintesi: «Avevano messo gli occhi sul “risparmio degli Italiani”, il mattone. Be’, la prima azione dell’austerità è stato venirselo a prendere». Sostanzialmente è tutto qui, il “pacchetto di misure”: la Finanza sta mettendo le mani sulla nostra vera “ricchezza”, le case — ’ché soldi veri non ce n’è.

E attenzione: per chi si illude che sia finita qui, questa è solo la PRIMA delle manovre.
Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma nel 2012 “decresceremo” dello 0,5% (siamo in recessione, gente), con una differenza di 1 punto percentuale rispetto al nostro bilancio di previsione (+0,5%): quindi, siccome il nostro PIL è di 1600 miliardi circa, serviranno altri 15/20 miliardi solo per “attutire” il 2012: significa che quella varata oggi, della stessa cifra, è una manovra destinata a essere interamente riassorbita dalla recessione dell’anno prossimo. Insomma, questo sangue che buttiamo ora è il tappo per UNO SOLO dei fori del colabrodo. Il primo.

Morale: non abbiamo cominciato bene, Supermario. Ma proprio per niente!
«Rigore, equità, crescita»: si doveva lavorare su tre pilastri, ne abbiamo visto solo uno. Il rigore.
Si poteva e si doveva fare molto meglio.

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